Digitalizzazione dei DDT: una grandissima opportunità di efficientamento

Quando potremo assistere all’adozione di massa dei DDT digitali? Un sogno ancora lontano? Forse non così tanto. Ci sono infatti due eccezionali elementi acceleratori del processo che potrebbero favorire una maggiore diffusione a livello internazionale del documento di trasporto digitale: la ratifica del protocollo aggiuntivo e-CMR e il regolamento UE 2020/1056.

Nell’accompagnare la spedizione di merci da un mittente a un destinatario, il DDT viene tradizionalmente emesso su supporto cartaceo, con copie multiple che vengono consegnate a tutti gli attori coinvolti, come prova dell’avvenuta consegna e nella ricezione della merce.

In realtà, fin dal 1996 il DDT – la vecchia “bolla di accompagnamento” – non è più obbligatorio che viaggi a bordo mezzo (a meno che non si tratti di beni soggetti ad accise, per i quali non è digitalizzabile bensì conservabile in digitale), perciò può essere digitalizzato: il trasportatore anziché viaggiare con la copia cartacea, avrà il documento di trasporto (o il “borderò”, che riepiloga svariati DDT) su tablet/smartphone, così da raccogliervi la firma del destinatario.

Oggi quindi, grazie alla tecnologia e alle normative vigenti, è possibile ricorrere ai DDT digitali con l’obiettivo di semplificare i processi, migliorare l’efficienza operativa e consentire una migliore tracciabilità delle merci, oltre che ottenere grandi vantaggi in termini di risparmio di tempo e risorse.

Ciò nonostante, sono ancora poche le aziende che si sono organizzate per cogliere questa opportunità: secondo una recente indagine condotta dall’ “Osservatorio Digital B2B” del Politecnico di Milano presentata lo scorso Ottobre ‘23, al momento in Italia solamente il 6% delle imprese intervistate ha adottato un approccio completamente digitale al DDT, digitalizzando l’intero processo, mentre il 56% delle aziende ha digitalizzato la sola fase di produzione del DDT e il 10% la sola fase della ricezione.

Eppure, i benefici dell’adozione del DDT digitale sono molto evidenti e concreti: secondo i dati elaborati dall’osservatorio del Politecnico di Milano, per l’80% degli intervistati porta ad una riduzione del tempo di ricerca e consultazione dei documenti, per il 73% consente l’accesso alle informazioni in tempo reale, per il 60% porta un aumento della sostenibilità aziendale e per il 43% fa ottenere un miglioramento della qualità e utilità delle informazioni; inoltre, per il 40% comporta un miglioramento della visibilità delle consegne e della tracciabilità dei prodotti, per il 37% una riduzione dei costi della carta e dei costi archiviazione (che comprendono sia il costo delle risorse umane impegnate nella fascicolazione e archiviazione sia il costo degli spazi fisici degli archivi tra affitti o costi immobiliari, allestimenti, assicurazioni anti-incendio, manutenzione, ecc).

Come mai allora, a fronte di tali benefici, l’adozione del DDT digitale è ancora agli inizi? L’indagine evidenzia che le cause sono riconducibili essenzialmente a resistenze “culturali”, ovvero alla difficoltà del concepire il cambiamento di un processo consolidato nel tempo.

C’è quindi ancora molta strada da fare per cogliere tutte le opportunità che la digitalizzazione, anche solo parziale, del processo del DDT può offrire: i vantaggi sono immediati.

E il percorso è molto più semplice di quanto si possa immaginare: dematerializzare il documento, farlo siglare con una firma grafometrica, inviarlo direttamente al cliente e conservarlo digitalmente a norma ridurrà al massimo l’impatto sugli utenti, facendo lievitare i benefici!


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